Tu che mi segui, mio caro amico giardiniere che passi di qui, sai quanto mi appassionino le stampe botaniche, le tavole scientifiche ad incisione soprattutto, ma adoro anche gli acquerelli botanici a cui ho dedicato la mia attenzione con due interessanti conversazioni di pittura botanica in giardino qualche tempo fa. Sono continuamente alla ricerca di nuove e sconosciute immagini da collezionare nella mie bacheche virtuali e proprio così ho incrociato le foto del fotografo americano William Rugen ed il suo progetto “New botanicals“.

Il fotografo William Rugen conosce la natura molto da vicino, infatti, prima di dedicarsi alla fotografia nel 2005, ha lavorato per quasi 20 anni come un biologo. La serie “New botanicals“ è stata la prima incursione del professionista di Seattle nella vita vegetale, mossa dalla qualità grafica di fiori e foglie e dal profondo interesse per le antiche stampe scientifiche.

Si tratta di fotografie scattate in studio, con un fondale colorato, a diversi tipi di piante, spesso in piena fioritura, che mostrano anche il loro apparato radicale, più o meno complesso. In un articolo William Rugen spiega: “C’è qualcosa nel vedere una pianta fuori del suo contesto che mostra davvero la sua vita”. Osservando le radici, poi aggiunge: “ti dimostra che un pizzico di bruttezza è necessario per creare qualcosa di valore.”
Per scattate queste foto sono necessarie ore ed ore di preparazione da parte del fotografo che, dopo aver estratto la pianta dal vaso, lava con un getto d’acqua tutte le radici liberandole con delicatezza dalla terra. La fase successiva operata da William Rugen è quella di sospendere la pianta con fili di nailon davanti all’obiettivo ed infine, quando il set è pronto, comincia a scattare.
Scherzando il fotografo William Rugen racconta di come abbia sottovalutato il tempo necessario alla preparazione di questa fase scegliendo casualmente come primo soggetto un narciso, che, come noi giardinieri sappiamo bene, possiede radici molto semplici da ripulire. La maggior parte delle altre piante, invece, sono molto più difficili da preparare!
Tutta queste operazioni preparative della pianta e del set deve essere fatta nel giro di poche ore, prima cioè che la pianta cominci a mostrare segni di sofferenza, compromettenti per la qualità della foto e la salute della star sotto i riflettori. Il fotografo, comunque, ritiene un successo personale farle sopravvivere per poterle piantare nel suo giardino.
Agli scatti fotografici, segue poi l’impegnativo editing al computer che può richiedere decine di ore di lavoro. I risultati, però, lo hanno convinto a continuare la sua ricerca esplorando piante sempre più complesse e di maggiori dimensioni.
A me, il suo lavoro sembra molto interessante perché ci offre un rinnovamento totale dell’estetica degli antichi cataloghi botanici a cui siamo abituati noi giardinieri. Le sue piante sospese ci danno, poi, una percezione completa della pianta svelando anche ciò che normalmente è nascosto alla nostra vista.

La completezza della visione ci fa anche restituire alla pianta che osserviamo la sua reale dimensione e forma, mentre di solito, da giardinieri attratti da foglie e fiori, consideriamo la misura di una pianta a partire dalle radici in su. Infine, come dice lo stesso artista, vedere la pianta nella sua interezza reale è fondamentale e “ci ricorda che il suo groviglio folle di materiale radicale produce la pianta complessa che si vede.”

Insomma, caro amico giardiniere che passi di qui, a me queste New botanicals sono piaciute molto e mi hanno deliziato un pomeriggio d’inverno quando, come sai bene, non si può uscire in giardino a sporcarsi le mani con la terra. Se vuoi, puoi vedere tutta la mia collezione virtuale “New botanicals – William Rugen” dove ci sono molti altri soggetti e, poi, mi dirai se hanno affascinato anche i tuoi occhi amorevoli di giardiniere! 😉
Bonjour Donatella ,que je me suis régaler avec votre article ,quelle merveille que les planches botaniques ,des artistes les photographes des heures de travail .
Je regarderais d’un autre œil les racines de mes oignons de plantes et de mes vivaces .
Merci Donatella de faire des magnifiques articles et vos légendes très instructives .
Emmanuelle